VIVA IL 25 APRILE

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"La memoria è cura, è dedizione, la memoria è costanza, opera di paziente e delicata manutenzione.

La memoria è inciampo, è l'inattesa asperità nella strada che costringe a sostare, chiedersi, e cambiare di passo.

Per questo non c'è fissità nella memoria, la memoria vive nel vivente, e con lui si muove, come il vivente è materia plastica, fluida, in continua crescita.

Finchè, come ogni cosa viva è destinata a spegnersi, e allora la promessa del testimone porta con sè il dovere del passaggio, la devozione alla trasmissione, ciò che ho portato con me ora è tuo, ti consegno un peso leggero perchè è un dono.

Credo che in definitiva stia in questo il portare memoria, perseverare nell'amore per la vita, da chi e da dove la vita ci ha generato, e rendere alle vite dei dimenticati dalla Storia, dei dispersi nella sconfitta, di chi non ha avuto voce o non gli è stata concessa, amorevole giustizia."

(tratto da Maggiani M., La memoria e la lotta. Calendario intimo della Repubblica, Feltrinelli, Milano, pp. 10-11)

Il "portare memoria" costituisce anche parte del nostro lavoro di insegnanti, non soltanto dei docenti di storia, bensì di tutti. Anche noi possiamo essere testimoni e passare il testimone alle giovani generazioni che a scuola conoscono la Resistenza.

In giorni come questi viene celebrata la lotta della Resistenza e la festa della Liberazione e nelle nostre aule sono rievocati i fatti costati il sacrificio di donne e uomini affinchè la libertà, la giustizia sociale e la pace venissero affermate nel nostro paese. Occorre anche ricordare il senso di quella scelta, riscoprirlo e ricondurlo all'interno del nostro presente.

Vogliamo ricordare qui due partigiani piemontesi, Gastone Cottino e Bruno Segre, scomparsi da pochi mesi. Da subito sono stati testimoni, ogni giorno, della memoria della lotta per la liberazione dal nazifascismo con le parole, negli atti privati e pubblici, nelle scelte compiute. Hanno coltivato e difeso il sogno di un mondo di pace, libero dalla violenza, dall'ingiustizia e dalle diseguaglianze. Negli anni passati, spesso abbiamo ascoltato la loro voce, in questi giorni, ricordare che cosa è stata quella lotta e come ancora i valori della Resistenza siano per noi bussola di riferimento per stare al mondo: forniscono la direzione per vivere da cittadini attivi, come soggetti politici.

Vogliamo ricordarli condividendo le loro storie partigiane, attraverso una testimonianza scritta e due testimonianze video:

GASTONE COTTINO (1925 - 2024)SCHEDA E VIDEO TESTIMONIANZA dal portale "NOI PARTIGIANI. Memoriale della Resistenza Italiana", testimonianza scritta "Liberali e partigiani, nel nome di Gobetti e Antonicelli" in Lerner G. - Gnocchi L. (a cura di), "Noi, Partigiani. Memoriale della Resistenza italiana", Ferltrinelli, 2022, pp. 117-123. 

BRUNO SEGRE (1918 - 2024)SCHEDA E VIDEO TESTIMONIANZA dal portale "NOI PARTIGIANI. Memoriale della Resistenza Italiana"

Segnaliamo la prossima uscita di un documentario postumo di Daniele Segre dal titolo "Bruno Segre, l'uomo che non si arrende". Il documentario, di cui è protagonista Bruno Segre, ripercorre la storia del partigiano che ha dedicato tutta la sua vita all'affermazione della libertà e dei diritti, dalla parte dell'antifascismo e della cultura. A tal proposito, ricordiamo l'articolo pubblicato sul quotidiano Repubblica del 24 aprile 2024, a pagina 5 della sezione dedicata  a Torino, dal titolo "Bruno e Daniele i due Segre che non si arresero", a cura di Donata Pesenti Compagnoni.

E' stato invece pubblicato il testo di Gastone Cottino "All’armi son fascisti!" (EGA Edizioni Gruppo Abele, 2024), una lucida analisi della storia politica italiana nelle sue derive fasciste e neofasciste, per ri-conoscere e resistere ai fascismi di ieri e di oggi.

Dalla Resistenza nasce la nostra Costituzione. I valori della Resistenza sono diventati principi, diritti, modi di esprimere la cittadinanza democratica, che nel testo costituzionale hanno trovato forma e parole. Alla stesura della Costituzione hanno contribuito tanti partigiani e partigiane. Dai fatti sono passati alla realizzazione delle leggi che hanno reso possibile il cambiamento conquistato con le armi. E' importante anche nelle nostre scuole, nei percorsi didattici, recuperare le radici storiche della Costituzione nel movimento di lotta partigiana. La Costituzione della Repubblica è un'eredità della Resistenza. Come afferma Piero Calamandrei nel suo discorso sulla Costituzione tenuto nel 1955 a un gruppo di studenti universitari e medi di Milano, essa "è un testamento, è un testamento di centomila morti.". Riproponiamo di seguito il testo affinchè aiuti a riflettere, in questo momento storico complicato in cui la Costituzione viene non solo ignorata e tradita da tanti, bensì attaccata pesantemente dalle proposte governative sull'autonomia differenziata e sulla forma di governo in senso presidenzialista, orientate ambedue a modificare la struttura dello Stato italiano. 

PIERO CALAMANDREI, fondatore del Partito d'Azione, membro dell'Assemblea Costituente, tra gli artefici della nostra Costituzione: Discorso sulla Costituzione tenuto a Milano nel 1955.

Lo stesso Calamandrei scrisse una epigrafe nel 1952, nell'anniversario della morte del capo partigiano cuneese Duccio Galimberti. Essa era rivolta al generale Albert Kesserling, comandante delle forze di occupazione tedesche in Italia tra il 1943 e il 1945. Egli aveva espresso un giudizio sugli italiani che, a suo dire, avrebbero dovuto essergli grati e dedicargli un monumento. A quelle parole Piero Calamndrei così risponde:

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

 

Quelle parole ancora ci ricordano che la Resistenza non è finita. E' un impegno quotidiano di lotta contro le diseguaglianze, le ingiustizie, le violenze, la schiavitù, in qualsiasi ambito, in qualsiasi luogo e forma esse si esprimano.

Accogliamo e raccogliamo così il testimone dai partigiani per difendere la Costituzione e i diritti nel nostro paese, a partire dalla scuola.

Buon 25 aprile a tutte e a tutti!