La persona laica, NORBERTO BOBBIO nel novecento filosofico

Cesare Pianciola

Biblion edizioni Milano 2022 euro 24

In preparazione del ventennale della morte del filosofo torinese Norberto Bobbio

Laicità è una parola impegnativa, spesso la si usa in modo superficiale. Un libro dedicato da Cesare Pianciola a Norberto Bobbio ci aiuta a capirne il significato e il ruolo in una società democratica.

Una bella e opportuna iniziativa di Cesare Pianciola dedicata a Norberto Bobbio che già nel titolo mostra una attenzione, più che agli studi di filosofia del diritto e di filosofia politica, alla concezione dell’uomo, della società e della storia, mettendo al centro il tema della laicità, che generalmente è data per acquisita nelle società secolarizzate, ma di cui spesso non si traggono le implicazioni. Viene in questo modo evidenziato il carattere aperto ed esplorativo del pensiero del filosofo, dall’interesse degli anni ’30 ai temi del personalismo, all’elaborazione di un personalismo laico e comunitario, dove la persona non è sostanza ma relazione, ed esiste nel riconoscimento degli altri. In questo modo Bobbio si distingue da autori con cui dialoga come Pareyson ed Abbagnano, Luporini e Della Volpe, e avvia un percorso che lo porterà al tema delle libertà civili e politiche, cui si aggiungeranno i diritti sociali e sempre nuove generazioni di diritti.

Centrale è il capitolo dedicato a “Laicità Religione Religiosità”, che si divide in tre parti, Confronti e discussioni, La laicità come metodo e come contenuto, La tolleranza, unico principio propriamente laico. Bobbio era uomo del dialogo e della discussione, si confrontò con intellettuali cattolici come Moro e La Pira, e con l’amico Enrico Peyretti, esponente del movimento pacifista e nonviolento, sviluppò un dialogo intenso confrontando le ragioni dell’uomo di fede con quelle dell’uomo di ragione. La laicità è per Bobbio uso della ragione confortata dall’esperienza, contro il fanatismo e ogni forma di intolleranza, che non esclude la possibilità di prendere sul serio gli interrogativi ultimi e di riconoscere i limiti della ragione, senza approdare per questo ad una visione religiosa. In una visione laica della vita non esiste il Male assoluto, ma i molti mali e le molte sofferenze che affliggono l’umanità, a Bobbio sembra che le questioni ultime non trovino risposte dalla filosofia o dalla scienza, ma non per questo è illegittimo porle. Laicità è un metodo di convivenza tra culture, non una cultura particolare. Esiste un unico principio laico, la tolleranza, e la tolleranza di opinioni diverse è un principio pratico e teoretico, garanzia di convivenza civile e di rispetto per la libertà di pensiero, consapevolezza della storicità della verità e della incapacità dell’uomo di giungere ad una verità assoluta. Rispetto ai limiti della tolleranza Bobbio ritiene che vada considerata anche l’inclusione dell’intollerante, se si crede nel valore della libertà. La tolleranza rende possibile una società aperta e inclusiva; alla fine del secolo Bobbio si trovò ad affrontare la questione dell’impatto delle immigrazioni, respingendo sia la soluzione dell’assimilazione che pretende la rinuncia alla propria identità sia quella che pretende la rigida conservazione dell’identità, sulla base della convinzione che i diritti della persona prevalgono rispetto allo stato e alla comunità di appartenenza. Lo spirito laico permea tutta la società moderna e civile, rende possibile nello spazio pubblico la convivenza di una pluralità di credenze e di opinioni, sia religiose che politiche, condizione per la sopravvivenza di una società democratica i cui valori fondamentali sono libertà eguaglianza e nonviolenza. Nel corso dei dialoghi e dibattiti, bene seguiti nel loro sviluppo da Cesare Pianciola, vengono affrontati temi fondamentali che sono tornati di recente al centro dell’attenzione come l’aborto, il pacifismo, le guerre giuste e ingiuste. Su questi temi Bobbio ha sostenuto posizioni nette, mai rigide e sempre rispettose del punto di vista degli altri, guadagnandosi a volte l’accusa di “debolezza”: la laicità procedurale richiede l’accettazione del pluralismo, perché ogni verità è solo una faccia o un aspetto della verità. Per quello che riguarda il tema della guerra, oggi purtroppo al centro del dibattito pubblico, il libro contiene una postfazione che si raccomanda di leggere di Luigi Ferraioli che mette in risalto come nel pensiero di Bobbio ci sia un nesso tra democrazia, diritto, ragione, pace e diritti umani: non si può costruire pace senza garantire i diritti fondamentali, le cui violazioni in tutto il mondo sono la principale causa delle violenze, delle guerre, del terrorismo. Nulla ci garantisce sul futuro della democrazia e della pace, ma non esistono alternative al diritto e alla ragione, il progresso non è necessario, ma soltanto possibile, certamente non possono esistere democrazia e socialismo senza diritto.

Il libro si completa con una appendice dedicata ad alcuni testi di Norberto Bobbio su fenomenologia, esistenzialismo ed empirismo, usciti negli anni che vanno dal 1938 (Husserl) al 1973 (Elogio dell’empirismo). Tutti testi che aiutano a pensare, si può segnalare in particolare l’elogio dell’empirismo, in cui Bobbio ritorna sul tema del mancato sviluppo in Italia di una filosofia empiristica dopo la seconda guerra mondiale, forse per l’arretratezza della nostra vita civile. Alla conclusione di questo saggio che Bobbio definisce “quasi” difesa dell’empirismo, troviamo questa affermazione che bene sintetizza l’atteggiamento del filosofo: “L’unica cosa cui un filosofo non può rinunciare è l’inquietudine, che deriva dalla convinzione di non essere mai arrivati, che appena arrivati bisogna ripartire, che non vi sono porti tranquilli, che ogni rotta è sempre accidentata, e comunque il porto cui si tende non è mai quello cui si arriva, è sempre al di là.”

Grazia Dalla Valle

(7 marzo 2023)