NOI INSEGNANTI SAPPIAMO CHE/2

ESERCIZI DI PENSIERO (in prestito) /2

NOI INSEGNANTI SAPPIAMO CHE

Seconda parte del testo di Gianna Di Caro scritto pochi giorni dopo l’11 settembre 2001

All’attenzione di Domenico Chiesa da parte di Gianna Di Caro, 21 settembre 2001

(…)

Noi insegnanti sappiamo che la scuola è scuola quando insegna che le cose hanno un nome e che uno dei modi per capire noi stessi e gli altri è condividerne il significato: prima ancora di dichiararci d’accordo o di dissentire dobbiamo sapere di cosa stiamo parlando. L’apprendimento del linguaggio da parte del bambino prima, l’ingresso nell’universo della cultura poi, passano attraverso questa condivisione che è fatto psicologico e sociale e che è alla base dei “si”, come dei “no”, vale a dire, delle scelte in ogni campo.

-Sappiamo che a scuola si insegna a connettere e a distinguere: sono queste operazioni cognitive entrambe necessarie per comprendere qualunque fenomeno;

-sappiamo che nella scuola si realizza il mondo della conoscenza, dove non solo si impara a narrare, a descrivere, a spiegare, ma dove si acquisiscono l’alfabeto, la grammatica e la sintassi per leggere e interpretare il libro del mondo conosciuto e da conoscere;

-sappiamo che la scuola è il luogo della ricerca della verità e che questa ricerca è fatta di impegno prolungato, di consapevolezza della possibilità dell’errore, di lavoro comune, di pluralità di punti di vista;

-sappiamo infine che nella scuola si sperimentano le prime forme di socializzazione secondo regole, nell’ambito del primo e diretto incontro con il mondo delle istituzioni; pertanto la scuola deve non solo garantire la possibilità di formulare il discorso che legittima o condanna i comportamenti, ma deve anche offrire le condizioni che spiegano i conflitti e le loro possibili soluzioni. (2 Continua)

Domenico Chiesa 

(17 novembre 2023)