Ritorno al mediterraneo

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Caterina Gammaldi ha presentato il professor Egidio Ivetic, dell’università di Padova, autore del “Grande racconto del Mediterraneo” chiedendogli un aiuto per trovare una visione globale del Mediterraneo, gli snodi periodizzanti, i contesti, in una fase in cui nelle scuole prevale la frammentazione. Il professor Ivetic ha spiegato come la storia del Mediterraneo si sia affermata di recente come disciplina, non è bastato il lavoro fondamentale di Braudel e dei suoi allievi. Solo dal 2000, dopo la pubblicazione dell’opera degli storici inglesi Horden e Purcell “The corrupting sea” si sono affermati nelle Università gli studi di area mediterranea. La storia del Mediterraneo parte dalla preistoria per arrivare alla fase antica, fino a Maometto, poi il Mediterraneo medievale, quando con Carlo Magno nasce l’Europa, poi il Mediterraneo moderno, dopo la scoperta dell’America, poi una seconda modernità, Napoleone in Egitto, poi nel 1861 l’Italia diventa uno stato unitario e questo la costringe a ripensare al suo ruolo nel Mediterraneo. La ricerca storica italiana più recente (ad esempio la storia d’Italia Einaudi) non ha dato particolare importanza al mare. Ma secondo Ivetic la modernità richiede un diverso rapporto col mare, non si può prescindere dall’immaginario.

Gammaldi sottolinea la difficoltà di trovare un centro nell’insegnamento: pone il problema dei diversi livelli di scuola. Da cittadini abbiamo bisogno di strumenti culturali adeguati, ci troviamo di fronte ad un “mare nostrum” che non appare come tale, spesso il Mediterraneo appare la porta di un oriente “diverso”. Ivetic ritorna sulla constatazione che solo adesso la ricerca storica in Italia si pone il problema. Nel Medioevo sul mare domina Venezia, la lingua franca nel Mediterraneo è l’italiano. L’Italia deve sviluppare oggi un proprio mediterraneismo, non è facile spiegare la dimensione geografica, e la dimensione storica è ancora più complicata: nel Mediterraneo è concentrata la storia. Complicato è il rapporto Europa-Italia Mediterraneo. L’Italia è al centro del Mediterraneo ma non è al centro dell’Europa. L’80/% del Mediterraneo è oggi sotto la competenza dell’Unione europea, il mare bagna Bruxelles ma l’Europa non capisce. I barconi carichi di migranti dopo pochi chilometri sono in territorio europeo. Tocca all’Italia ricostruire un rapporto culturale corretto, non coloniale o neocoloniale, con il Mediterraneo, col passato e con i problemi del presente.

Il prossimo seminario si terrà il 14 marzo “Dei e uomini in viaggio nel circuito tra Sicilia Sardegna e Africa” lezione del professor Attilio Mastino.

(7 marzo 2023, Grazia Dalla Valle)

La frequenza è riservata agli iscritti Cidi.