Sulla proposta ministeriale di revisione dei curricoli

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Da qualche giorno, in forma prima ufficiosa e poi ufficiale, si è diffusa la notizia dell'istituzione da parte del Ministro Giuseppe Valditara di una Commissione scientifica «composta da esperti di comprovata qualificazione scientifica e professionale con il compito di elaborare e formulare proposte volte alla revisione delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida relative al primo e al secondo ciclo di istruzione»1. I documenti in questione costituiscono, per ogni insegnante, la base per orientare il proprio progetto per la classe e il proprio agire in classe.

In particolare le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (2012) sono state elaborate e messe a punto da una commissione scientifica a cui ha collaborato ampiamente, anche in fase redazionale, Giancarlo Cerini, ricordato in un Seminario organizzato dal CIDI di Forlì il 19 aprile scorso. A distanza di dodici anni dalla loro stesura e applicazione, esperti e insegnanti hanno riflettuto insieme su quel documento, sulle sue ricadute effettive nell’agire didattico, sul senso di quelle indicazioni che, non volendo essere rigide e direttive come dei programmi, affidano all'insegnante il compito di costruire il progetto formativo per la propria classe secondo orientamenti culturali in linea con gli obiettivi di “educare ad una cittadinanza unitaria e plurale ad un tempo” (cit. Indicazioni nazionali 2012).

Ci sembra che la scelta di una revisione paventata dal Ministro, seppure coerente con l’esigenza di riaggiornamento che il documento aveva nelle intenzioni di chi lo aveva proposto e redatto, debba considerare anche la voce, l’esperienza e il punto di vista di chi nella scuola ogni giorno lavora per l’apprendimento delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, nel solco di una scuola che vogliamo coerente con il dettato costituzionale e dunque democratica, una scuola che guardi a tutti e non lasci indietro nessuno.

Il CIDI insieme alle associazioni di insegnanti MCE e Proteo, Fare, Sapere ha sottoscritto un documento rivolto al Ministro Valditara per chiedere un reale coinvolgimento degli insegnanti nelle decisioni che si stanno per prendere in materia di revisione delle Indicazioni nazionali. Manifesta la preoccupazione per le recenti azioni politiche del governo (le modifiche alle norme sulla valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria e al voto in condotta, la riforma degli istituti tecnici e professionali) e invita alla condivisione e alla partecipazione nelle scelte da assumere rispetto alle Indicazioni nazionali che sono un "patrimonio di tutta la Scuola italiana". (scarica il documento)

Invitiamo tutti gli insegnanti ad avviare una riflessione condivisa con i colleghi e con le famiglie nelle scuole, a partire dal documento interassociativo e dal testo di Caterina Gammaldi (CIDI di Cosenza) che qui condividiamo, pubblicato sulla rivista del CIDI Insegnare online del 5 maggio 2024.

 

Altri contributi verranno resi disponibili per aggiornare rispetto al dibattito in corso.

Signor Ministro

...non siamo "contestatori e polemisti di professione".

Siamo insegnanti riflessivi e, in quanto tali, teniamo alla scuola del nostro paese e ai nostri studenti e alle nostre studentesse. 

Nel corso degli anni ci siamo sempre interrogati sulle scelte legislative che si andavano compiendo, perché da esse discendono le scelte metodologico - didattiche che dobbiamo compiere per garantire competenze linguistiche, storiche, scientifiche ...,  competenze culturali  di cittadinanza per tutt*, non con le famiglie non un* di meno. 

Stagioni decisamente complesse, a causa anche di cambiamenti nella società rapidi e contraddittori, vissuti nella consapevolezza che dalle scelte della scuola, dove bambine, bambini e adolescenti fanno esperienza di apprendimento, dipende lo sviluppo di un Paese. 

Alla scuola istituzione della Repubblica, come lei sa, è affidato il futuro. 

Abbiamo attraversato le stagioni dei programmi, dei piani di studio personalizzati, dei curricoli ...convinti come siamo del valore della conoscenza e dei diritti, in primis quello di istruzione, a fondamento dell'accesso a tutti gli altri diritti costituzionali. 

Se si investe in conoscenza si è più consapevoli come singoli e come collettività. 

Siamo convinti che dalla riflessione attenta del nostro tempo che irrompe nella vita di tutti noi, può  dipendere di tanto in tanto l'esigenza di manutenzione e di revisione dei documenti di riferimento per la comunità professionale. Sappiamo che cinque anni possono essere considerati, di norma, un arco temporale giusto per procedere a integrazioni e modifiche, ma siamo anche decisamente contrari a scelte fatte da una parte politica senza un confronto effettivo con il mondo tutto della cultura, della scuola, dei soggetti che la rappresentano.

Il  paese non appartiene al governo: la cultura della scuola non è di proprietà di una parte politica. 

Nel caso specifico ci permettiamo di sottolineare che la stesura dei Programmi, prima, e delle Indicazioni per il curricolo, poi, che nel tempo si sono succedute, sono il risultato di Commissioni e audizioni di uomini e donne con storie e appartenenze culturali diverse, così come accadde nella Commissione dei 75 incaricata di predisporre il testo costituzionale, a garanzia del pluralismo culturale che la scuola-istituzione impone.

La ricchezza delle argomentazioni della cultura cattolica, liberale e comunista risuona ancora nei resoconti disponibili sui siti parlamentari, di cui intendiamo sottolineare proprio la ricchezza delle argomentazioni che portò alla stesura degli articoli che nello specifico riguardano la scuola e da cui, nel tempo, ha preso vita tutta la legislazione scolastica. 

In particolare, le Indicazioni nazionali del 2012 per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo e sottoposte a "revisione" per iniziativa del Comitato scientifico nazionale nel 2018 rappresentano ancora una scelta culturale coerente con i cambiamenti intervenuti nella società e un sicuro riferimento per chi deve utilizzarle per la progettazione dei percorsi di insegnamento -  apprendimento. 

Gli epistemi disciplinari a cui si fa riferimento in quel testo, i riferimenti al paradigma della complessità del nostro tempo sono ancora il meglio della ricerca disciplinare e pedagogica. Sono il risultato di chi ha creduto in una costruzione didattico-pedagogica condivisa.   

Se di manutenzione occorre parlare forse sarebbe corretto chiedersi se le scelte del primo e del secondo ciclo siano davvero coerenti con gli orientamenti europei che ispirarono le scelte alla Raccomandazione del 2006 dopo quelle fornite dalla Commissione e dal Parlamento europeo nel 2018, che quardano al profilo di competenza degli adulti.

A meno che lei non pensi che la deriva identitaria che si coglie negli scritti di alcuni esperti a lei vicini, nonchè gli indirizzi culturali retrogradi incarnati dalle leggi sull'introduzione delle modifiche al voto di condotta e alla valutazione degli apprendimenti, di figure come tutor e orientatori, di percorsi di istruzione superiore quadriennale possano risolvere nella personalizzazione, a colpi di maggioranza, problemi educativi di più ampia portata sociale. 

Lo diciamo da sempre: la cura dei contesti permette ai processi, in particolare quello di insegnamento - apprendimento, di evolvere, rispondendo al bisogno di costruire un Paese forte e coeso, sicuro; chè non c'è forza nè sicurezza senza il "pieno sviluppo della persona umana", senza quelle competenze culturali di cittadinanza che la scuola coltiva attraverso un sapere attivo e condiviso, attraverso la convivialità delle differenze che la realtà contemporanea ci offre come ricchezza. 

C'è ancora molto lavoro da fare, signor Ministro. Non è una Commissione di studiosi estranei al mondo della scuola che può prendersi cura degli insegnanti e degli studenti.

Caterina Gammaldi (05/05/2024)

NOTE

1Articolo del Corriere della sera del 3 maggio 2024, Valditara e la Storia: al via la commissione per cambiare i programmi scolastici

 

PER APPROFONDIRE

Comunicato della Flc CGIL in risposta al ministro (03/05/2024): Su Indicazioni nazionali visione proprietaria dell’istruzione. La scuola è di tutte e di tutti 

Post di Facebook di Franco Lorenzoni (04/05/2024): Giù le mani dalle Indicazioni nazionali!

Articolo di M. Gloria Calì pubblicato sulla rivista Insegnare (05/05/2024): Le Indicazioni Nazionali: il racconto e il progetto della scuola italiana

Post di Facebook di Simonetta Fasoli (06/05/2024): I nuovi curricoli della scuola di base e il "Metodo De Mauro" (2000/2001)